Il sapore dell'albicocco by Nicola Pesce

Il sapore dell'albicocco by Nicola Pesce

autore:Nicola Pesce [Pesce, Nicola]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-05T12:00:00+00:00


52 – Punture di spillo

«Ma...» Elinor non amava iniziare le frasi così. Però non avrebbe mai creduto di ascoltare quel genere di racconti.

Quando vedeva il nome di uno scrittore sulla copertina di un libro – mentre forse segretamente sognava di vedervi il suo – lei pensava a una storia di successo, di benessere, a una vita scintillante che a lei non era dato avere. Non pensava al dolore.

«Ma... in tutto questo, tua madre?» gli chiese.

«Eh...» sospirò a lungo lo scrittore. «Come affrontare questo argomento con il sufficiente amore che consenta di non ferire nessuno? Non lo so. Ci proverò con tutto me stesso, purtroppo fui ferito io».

Emilio si alzò e gettò qualche altro pezzo di legno nel fuoco, quasi con rabbia.

«Posso solo dire che mia madre non era serena. Poverina, cadde in amore di mio padre quando era molto giovane, e papà era sposato. La storia del loro amarsi è meravigliosa, e sono sempre stato convinto che sarebbe stato il mio romanzo più bello».

«Ma non lo hai scritto mai?»

«No, mai».

Lui tornò a sedersi, poi riprese: «Purtroppo su mia madre gravava tutto il peso del mondo. Un secondo matrimonio nel Sud dell’Italia a quei tempi non era come oggi, che tutto è accettato. Per dirvene una, un prete non volle far prendere la comunione una domenica a mio padre, perché essendosi sposato due volte secondo lui non era nella grazia di Dio e non poteva prendere l’ostia.

«Furono tanti i semplici fastidi e le vere e proprie umiliazioni cui andarono incontro e io, dal canto mio, venivo chiamato “il bastardo” dai miei fratellastri.

«Mi hanno raccontato, poi, che ero nella culla e la dondolavano con un sorriso finché mio padre era nella stanza, poi appena usciva il sorriso spariva loro dalle labbra e mi sussurravano: “Eccolo, il bastardo. Sei proprio un brutto bastardo”.

«Me lo hanno raccontato loro stessi eh! Quante cose mi sono state raccontate poi che avrei preferito non sapere!

«Mamma portava su di sé gli occhi della gente, che la giudicava: aveva sfasciato una famiglia che in realtà era nata sfasciata. Mamma aveva solo dato a papà quella voglia di vivere che gli mancava.

«Non le era facile muoversi in giro, l’aria aveva un peso, ogni passo aveva un peso. E così lei decise una di quelle cose belle che solo le donne di altri tempi sapevano decidere: la sua famiglia sarebbe stata perfetta. I figli sarebbero stati perfetti. Un piccolo Lord e una piccola principessa, così ci definiva.

«Alle feste dovevo salire sulla sedia e recitare una poesia a memoria. In qualunque occasione dovevo stare zitto e immobile. Parlare solo se interpellato. Dovevo stare a tavola con la schiena dritta. Dovevo mangiare tutto quello che mi veniva messo davanti.

«Sembrerebbero cose belle. Ma a casa mia si mangiava pasta a pranzo e a cena. A pranzo: lunedì pasta e patate, martedì e sabato pasta e fagioli, mercoledì minestrone, giovedì pasta e lenticchie, venerdì pasta e piselli. A cena: sempre pasta asciutta. Ingrassavo e venivo sgridato perché ero grasso.

«A scuola dovevo prendere sempre il massimo dei voti.



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